Morte gattino Leone, l’autopsia esclude un incedente, si cerca il colpevole, la massima pena prevista è di 2 anni e quattro mesi
La crudele vicenda di Leone, il gattino scuoiato vivo, solleva interrogativi sulle attuali sanzioni penali per maltrattamenti sugli animali, con un massimo di 27 mesi di carcere.
La crudeltà inaudita su Leone, il gattino
Il caso del gattino Leone, trovato agonizzante ad Angri, ha scosso la coscienza pubblica. La pena prevista per il responsabile di questo atto orrendo è al massimo di 27 mesi di reclusione.
Leone è stato scuoiato vivo, un atto di inaudita crudeltà che gli ha causato quattro giorni di agonia prima di morire.
Il veterinario Luigi Toro è stato il primo a prestare soccorso, dopo averlo trovato il 7 dicembre. “L’autopsia ha evidenziato lesioni precise, possibilmente causate da un coltello,” ha riferito il dottor Toro, escludendo così la possibilità di un incidente stradale.
Impatto mediatico e reazioni legali
La storia di Leone ha avuto un vasto impatto mediatico, con ampio coinvolgimento dei social network e del Parlamento italiano.
Il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli ha affrontato la questione in Parlamento, mentre una fiaccolata è stata organizzata ad Angri per il 17 dicembre, per richiedere giustizia.
La Procura di Nocera Inferiore sta conducendo indagini, ma i dettagli dell’esito sono ancora in attesa di conferma.
La necessità di rivedere le sanzioni legali
Attualmente, l’articolo 544 ter del codice penale italiano prevede sanzioni che vanno dai 3 ai 18 mesi di carcere, con una multa fino a 30mila euro, per maltrattamenti e lesioni agli animali.
Tuttavia, questo caso mette in luce la necessità di rivedere tali sanzioni, considerate troppo lievi per atti di tale crudeltà.
“Auspichiamo tutti che la triste vicenda del gattino Leone possa condurre almeno ad un adeguato asprimento delle pene,” sottolinea un attivista per i diritti degli animali, evidenziando la necessità di prevenire futuri atti di violenza contro gli animali.