Zhou Yaqin: la ginnasta cinese che conquista l’argento, torna al suo lavoro, cameriera in un ristorante
Zhou Yaqin, la giovane ginnasta cinese che ha recentemente vinto l’argento accanto alle italiane Alice D’Amato e Manila Esposito, è diventata un simbolo di umiltà e dedizione. Dopo la conclusione dei Giochi, Zhou è tornata nella sua città natale, Hengyang in Cina, dove ha ripreso subito il suo ruolo nel ristorante di famiglia, mostrando un raro esempio di semplicità nonostante il successo olimpico.
Le immagini di Zhou che mima il tradizionale morso alla medaglia, un gesto spesso compiuto dagli atleti per celebrare la loro vittoria, sono diventate virali sui social. La sua espressione curiosa e divertita accanto alle atlete italiane ha conquistato il pubblico, tanto che Zhou ha sentito il bisogno di spiegare il gesto: “Non ho morso davvero la medaglia. Chi penserebbe mai di farlo? È così dura! Lo stavano facendo loro, sarebbe stato un peccato se non l’avessi fatto anche io. Visto che dobbiamo fare delle foto insieme, ho pensato fosse meglio adeguarmi. Loro la stavano mordendo, io l’ho solo avvicinata un po’ alla bocca”.
Ma è stato un altro video a far parlare nuovamente di Zhou Yaqin. Tornata a casa, la ginnasta si è immediatamente calata nella vita quotidiana, aiutando nel ristorante di famiglia come aveva sempre fatto. Alcuni clienti l’hanno ripresa mentre portava piatti ai tavoli e hanno condiviso il video su Weibo, il popolare social network cinese. Il video ha rapidamente fatto il giro del web, dimostrando come la popolarità di Zhou non sia affatto diminuita dopo le Olimpiadi.
Gli utenti hanno lodato l’umiltà e la semplicità della giovane campionessa, esprimendo apprezzamenti per il suo atteggiamento: “Umiltà e piedi per terra”, “Subito al lavoro, non si è montata la testa”. Questi pochi secondi di Zhou nel ristorante sono diventati virali, rendendola un esempio di come il successo e la fama possano essere gestiti con grande dignità e normalità, senza perdere il contatto con le proprie radici e la propria comunità.