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Genitori portano il figlio di 6 mesi malato di cancro a una finta medico-scienziata per terapie alternative, il piccolo peggiora

Una finta medico-scienziata, insieme ai suoi complici, proponeva terapie alternative a pazienti oncologici, promettendo guarigioni tramite fisica quantistica e campi magnetici.

Il caso della guaritrice e del macchinario “miracoloso”

Una donna di 40 anni, sedicente medico-scienziata, è stata arrestata insieme ai suoi due complici per aver truffato pazienti oncologici, proponendo terapie alternative non riconosciute dalla medicina tradizionale.

Tra le vittime della truffa anche i genitori di un bambino di sei mesi della Val Camonica, affetto da una grave forma tumorale.

La coppia, disperata per le condizioni del figlio, era entrata in contatto con la donna nel giugno 2023, su suggerimento di una conoscente.

La guaritrice, nata a Bologna e residente a Ravenna, aveva convinto i genitori a interrompere i trattamenti ospedalieri per sottoporsi a una terapia a distanza, basata su un presunto macchinario americano denominato SCIO (Scientific Consciousness Interface Operations).

Secondo la finta dottoressa, questo dispositivo avrebbe avuto la capacità di distruggere i tumori, ma la realtà si è rivelata ben diversa.

Dopo il pagamento di 1.500 euro da parte della coppia, il bambino ha mostrato una momentanea ripresa, ma presto le sue condizioni sono peggiorate, portando i genitori a riprendere il percorso di cure tradizionali e a denunciare la truffatrice.

Le indagini, iniziate grazie alla trasmissione Striscia La Notizia e condotte dalla Procura di Brescia, hanno confermato la pericolosità delle terapie alternative proposte dalla donna, che è stata accusata di estorsione, sostituzione di persona, esercizio abusivo della professione medica, truffa e lesioni personali.

Minacce e tentativo di estorsione

Oltre alla truffa, la donna ha cercato di estorcere denaro alla coppia dopo che la vicenda è stata resa pubblica in televisione.

Secondo gli investigatori, la guaritrice avrebbe chiesto ai genitori del bambino di ritrattare quanto raccontato durante la trasmissione, minacciando altrimenti una denuncia per diffamazione. La donna aveva richiesto un bonifico da 10.000 euro per evitare ulteriori conseguenze legali. Oltre alla 40enne, anche i suoi complici, una 39enne di Terni e un 46enne di Ferrara, sono stati posti agli arresti domiciliari.