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Susanna Recchia ha sedato la figlia Mia prima del tragico gesto, le maestre della piccola “Era splendida”

Le autorità stanno indagando sulla tragica morte di Susanna Recchia e della figlia Mia, cercando di capire se la bambina sia stata sedata prima di essere gettata nel fiume Piave.

Analisi ulteriori sui corpi di Susanna Recchia e della figlia

Le indagini sulla morte di Susanna Recchia, 45 anni, e della piccola Mia, che avrebbe compiuto 4 anni il prossimo novembre, proseguono con un nuovo esame sui corpi.

Le due sono state trovate senza vita nelle acque del fiume Piave, a Vidor (Treviso), dopo che la donna si è gettata con la bambina. Una delle ipotesi su cui si sta lavorando riguarda l’eventualità che Mia possa essere stata sedata prima dell’evento.

Gli inquirenti stanno valutando se Recchia abbia usato i farmaci che portava con sé per l’epilessia della figlia. Il medico legale, nominato dal pm Barbara Sabbatini, effettuerà un’ulteriore ispezione sui corpi dopo quella iniziale che non ha rilevato lesioni indicative di una dinamica diversa da quella dell’omicidio-suicidio.

Il ruolo del Commissariato di Conegliano e le lettere lasciate da Susanna

Il Commissariato di Conegliano ha presentato un rapporto alla Procura sulla tragedia, dopo che il compagno di Recchia aveva denunciato la sua scomparsa. Susanna Recchia, che viveva a Miane, aveva scritto una lettera di cinque pagine indirizzata all’ex marito, con cui aveva avuto tre figli, e al compagno, da cui si stava separando.

Nella lettera, Recchia avrebbe spiegato il suo stato di disagio psicologico, causato anche dalle condizioni di salute della piccola Mia. I dettagli della lettera potrebbero fornire ulteriori informazioni sullo stato mentale della donna prima dell’evento.

Le parole delle maestre di Mia: un addio inatteso

Il dolore per la scomparsa della piccola Mia è stato sentito anche dalle sue maestre. “Era una bambina splendida,” ha dichiarato una delle insegnanti, ricordando come Mia fosse regolarmente presente a scuola fino al venerdì precedente la tragedia.

Proprio quel pomeriggio, Susanna Recchia era andata a prendere Mia e l’altro figlio a scuola, apparentemente tranquilla. “Mai avremmo pensato a un epilogo simile,” hanno commentato le maestre, sottolineando come la situazione fosse apparsa normale in quei momenti.