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Dieci anni di posta mai consegnata, la portalettere: “Avevo mal di schiena”

Un’inchiesta della polizia ha rivelato che una portalettere di Cassino avrebbe accumulato quaranta chili di corrispondenza mai recapitata dal 2014.

Cittadini esasperati segnalano ritardi nella posta

Da diversi mesi i residenti di Cassino, nel sud della provincia di Frosinone, segnalavano disservizi riguardo la mancata ricezione di bollette, atti giudiziari e multe. Lamentele ricorrenti e segnalazioni di avvisi di pagamento mai arrivati hanno portato la polizia del Commissariato locale ad avviare un’indagine per accertare la causa del disguido. In seguito a un controllo, gli agenti si sono recati all’abitazione di una portalettere incaricata del servizio di consegna nell’area, riscontrando immediatamente anomalie.

Appena giunti, gli agenti hanno notato un pacco di corrispondenza appoggiato su un mobile nell’ingresso della casa. Alla richiesta di spiegazioni, la portalettere ha dichiarato che un recente mal di schiena l’avrebbe costretta a interrompere il giro di consegne. Tuttavia, l’ispezione ha portato alla luce uno scenario ben più complesso: nella casa e nel portabagagli dell’auto della donna sono stati ritrovati quarantacinque chili di posta mai consegnata, inclusi documenti ufficiali come atti giudiziari risalenti al 2016 e bollette datate persino al 2014.

Scoperta una stanza piena di lettere non consegnate

Durante la perquisizione, la polizia ha rinvenuto migliaia di buste mai distribuite, accatastate in modo disordinato in una stanza della casa. La donna, che avrebbe dovuto occuparsi quotidianamente della distribuzione della corrispondenza, pare avesse accumulato la posta non consegnata in buste della spesa, riportandole a casa a fine giornata. Secondo gli inquirenti, in caso di proteste specifiche da parte dei cittadini, la portalettere consegnava solo le lettere più recenti, lasciando indietro gran parte della corrispondenza destinata a essere recapitata.

La situazione è stata denunciata formalmente da Poste Italiane, che ha avviato una procedura interna e informato la Procura della Repubblica. La portalettere rischia ora di essere accusata di “sottrazione di corrispondenza”, un reato penale. La polizia sta inoltre verificando se alcune buste siano state aperte, poiché ciò potrebbe configurare anche il reato di “violazione della corrispondenza”, aggravando la posizione della donna.

Nessun furto accertato, ma indagini in corso

Nonostante il quantitativo di lettere e documenti trovati, le autorità non hanno finora riscontrato alcun furto di valori, assegni o carte di pagamento. Gli agenti escludono che l’intenzione della portalettere fosse quella di appropriarsi di oggetti di valore, poiché nessuna delle buste risultava manomessa. Rimane tuttavia inspiegabile come un mal di schiena dichiarato possa aver giustificato la mancata consegna della posta per un arco di tempo così prolungato, sollevando domande sulle effettive motivazioni del gesto e sulla capacità della donna di svolgere correttamente le mansioni affidatele.