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Scontro interno nella maggioranza: Meloni, furiosa, richiama all’ordine Lega e Forza Italia

La premier Giorgia Meloni interviene dopo le tensioni tra Lega e Forza Italia in Senato, ribadendo la necessità di coesione all’interno della maggioranza.

Tensioni in Senato sulla manovra fiscale

Il clima politico si è surriscaldato dopo una serie di votazioni in commissione Bilancio al Senato, dove la maggioranza non è riuscita a mantenere la compattezza. In particolare, è stata bocciata una proposta della Lega, fortemente voluta da Matteo Salvini, relativa a uno sconto sul canone Rai. A questo episodio si è aggiunto un altro scivolone della maggioranza sul decreto fiscale collegato alla manovra 2025, con Forza Italia che si è schierata, in alcuni casi, con le opposizioni.

Questi episodi hanno evidenziato una mancanza di unità tra i partiti di governo, mettendo in luce contrasti e rivalità interne. La premier Meloni, consapevole delle implicazioni politiche di queste divisioni, non ha nascosto il suo malcontento.

Meloni minimizza ma si confronta con i suoi alleati

Durante la decima edizione dei Med Dialogues, la premier ha cercato di ridimensionare pubblicamente l’accaduto, definendolo come “schermaglie” e dichiarando: “Non ci vedo nulla di particolarmente serio…”. Tuttavia, secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, in privato sarebbe stata estremamente critica nei confronti dei suoi alleati.

In particolare, la sua irritazione si sarebbe concentrata su Antonio Tajani, leader di Forza Italia, accusato di aver votato con l’opposizione sul tema del canone Rai. Tajani, forte del risultato elettorale che ha visto il suo partito superare la Lega, ha però difeso le sue posizioni, mostrando un atteggiamento fermo e deciso nel confronto interno.

Verso la manovra 2025: una maggioranza da ricompattare

Le tensioni di queste ore potrebbero essere solo l’inizio di un periodo complicato per la maggioranza, che si prepara ad affrontare la discussione della manovra 2025. Per la premier sarà cruciale riuscire a mantenere l’equilibrio tra le diverse anime del governo, evitando ulteriori fratture che possano minare l’efficacia dell’esecutivo.