Sondaggi politici 2025: Meloni rafforza il governo, Schlein cresce, M5S in difficoltà
I primi sondaggi del 2025 riflettono il consenso maturato dal governo Meloni, il consolidamento del Pd e le sfide nel Centrodestra e nei partiti centristi.
Meloni e la gestione della crisi: un boost nei consensi
I sondaggi politici pubblicati da Swg e Lab21.01 nei primi giorni del 2025 confermano la stabilità del consenso per Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni si attesta al 28,2% (Swg), rafforzato dall’efficace gestione della liberazione di Cecilia Sala, un risultato che ha contribuito a migliorare il “sentiment” dell’elettorato nei confronti del governo. La “missione” della premier con il presidente eletto Donald Trump e il dibattito sull’eventuale contratto con SpaceX di Elon Musk restano temi centrali che potrebbero influenzare i prossimi sondaggi.
Pd e Centrosinistra: Schlein in crescita, M5S arretra
Nel campo del Centrosinistra, il Pd continua a crescere, raggiungendo il 25,6% (Winpoll). La leadership di Elly Schlein sembra consolidare il partito, a scapito di un M5S in difficoltà: la formazione guidata da Giuseppe Conte si ferma sotto l’11%, con il “fattore Costituente” che non sembra aver dato slancio alle intenzioni di voto.
Sorprendente il dato di Alleanza Verdi-Sinistra (AVS), che con il 7,6% (Winpoll) supera Forza Italia, ferma al 7,3%. Questo sorpasso, se confermato, segnerebbe un ulteriore spostamento degli equilibri nel Centrosinistra.
I piccoli partiti centristi, come Azione di Carlo Calenda (2,7%) e Italia Viva di Matteo Renzi (2,4%), restano sotto la soglia del 3%, al pari di PiùEuropa.
Centrodestra: la sfida tra Salvini e Tajani
Nel Centrodestra, la Lega si posiziona al 9,3%, un dato che segna una ripresa rispetto alle difficoltà degli ultimi mesi. Il partito di Matteo Salvini beneficia dell’assoluzione nel processo Open Arms, ma resta distante dai numeri di Fratelli d’Italia. Forza Italia, invece, vede la competizione con AVS come un segnale di allarme, con il partito di Antonio Tajani in leggero calo.
Astenuti e indecisi: un fattore decisivo
Un dato significativo è quello degli astenuti e indecisi, che si attestano al 22% secondo Winpoll, in controtendenza rispetto alla media degli altri istituti. Questo segmento potrebbe giocare un ruolo determinante nelle prossime sfide elettorali, con il “campo largo” progressista che potrebbe attrarre parte di questi voti.