Padre picchia professore e si vanta sui social
Un episodio di violenza a Portici ha sconvolto la comunità scolastica, con un genitore che ha aggredito un docente accusato di aver maltrattato la figlia. L’uomo ha poi pubblicato sui social l’aggressione.
L’incidente all’Istituto Carlo Levi di Portici
Questa mattina, un episodio di violenza ha avuto luogo all’Istituto Carlo Levi di Portici, scatenando il panico tra il personale scolastico e gli studenti. Un uomo, padre di una studentessa, è entrato nella scuola e, accusando un docente di sostegno di aver maltrattato sua figlia, lo ha aggredito brutalmente. L’aggressione, che ha visto l’uomo colpire il professore con un pugno in pieno volto, ha causato un momento di caos all’interno dell’istituto. Il docente, colpito improvvisamente, è svenuto a causa dell’intensità del colpo e ha subito alcuni spasmi muscolari.
Secondo i racconti di alcuni testimoni, il professore, durante una lezione, aveva dato uno schiaffetto alla studentessa, forse per uno scherzo, in risposta a un comportamento irrispettoso della ragazza nei confronti di un compagno. Tuttavia, la reazione del padre è apparsa spropositata e violenta. Dopo l’aggressione, alcuni colleghi del docente hanno prontamente soccorso il collega colpito, e sul posto sono arrivati anche gli agenti di polizia per gestire la situazione. Nonostante la gravità dell’incidente, il professore ha deciso di non sporgere denuncia e di non recarsi in ospedale per accertamenti medici.
Il padre pubblica sui social l’aggressione
Ciò che ha ulteriormente scioccato l’opinione pubblica è stata la decisione del padre aggressore di vantarsi dell’accaduto sui social media. In un post, l’uomo ha scritto: «Se tocchi mia figlia, vai al tappeto». Affermazioni che hanno scatenato una serie di reazioni indignate da parte di politici e cittadini, che hanno denunciato il comportamento del genitore. Alcuni esponenti locali, come il deputato Francesco Emilio Borrelli e il consigliere comunale di Portici di Europa Verde, Aldo Agnello, hanno definito l’aggressione «inaccettabile» e hanno sottolineato come sia essenziale rivolgersi alle autorità scolastiche per risolvere i conflitti educativi, anziché ricorrere alla violenza.
In un comunicato, i due esponenti politici hanno evidenziato che «se un genitore ritiene che un insegnante usi metodi non idonei o violenti, dovrebbe rivolgersi alle strutture competenti per affrontare la questione, e non picchiare un docente e vantarvisi sui social». Questo episodio ha sollevato un ampio dibattito sui confini della giustizia privata e sull’importanza di mantenere la calma in situazioni delicate come quelle scolastiche.
L’aggressione a Portici rappresenta un grave episodio di intolleranza e violenza, che mina il rispetto e la collaborazione tra genitori e insegnanti, elementi fondamentali per il benessere educativo degli studenti. Gli sviluppi dell’indagine potrebbero riservare ulteriori sorprese, ma ciò che è certo è che il clima di ansia e preoccupazione che si è creato nella scuola è destinato a perdurare.