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SpaceX di Elon Musk salva due astronauti della NASA abbandonati da 9 mesi nello spazio: Crew-10 arriva sulla ISS

La missione Crew-10 di SpaceX ha raggiunto con successo la ISS, garantendo il ritorno a casa di due astronauti NASA bloccati in orbita da nove mesi.

Arrivo della Crew-10 e cambio dell’equipaggio

A poco più di 24 ore dal lancio, la missione Crew-10 di SpaceX ha attraccato alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), portando con sé un nuovo equipaggio internazionale proveniente da Stati Uniti, Giappone e Russia. Il loro compito sarà quello di prendere il posto di Butch Wilmore e Suni Williams, due astronauti della NASA rimasti in orbita ben oltre il previsto a causa di problemi tecnici alla loro capsula Boeing Starliner.

Dopo l’aggancio, Wilmore ha aperto il portello della ISS e ha suonato la tradizionale campana della nave per accogliere il nuovo equipaggio. “È stata una giornata meravigliosa. È stato bello vedere arrivare i nostri amici”, ha dichiarato Suni Williams al Controllo Missione, visibilmente sollevata dall’arrivo dei colleghi.

Un ritardo di nove mesi per il rientro sulla Terra

La missione di Wilmore e Williams avrebbe dovuto durare appena una settimana quando, lo scorso giugno, sono partiti a bordo della capsula Boeing Starliner. Tuttavia, una serie di problemi tecnici ha costretto la NASA a posticipare più volte il loro ritorno, fino alla decisione di far rientrare il modulo senza equipaggio per evitare rischi.

Lo scorso settembre, una capsula con equipaggio ridotto è tornata sulla Terra, lasciando due posti disponibili per Wilmore e Williams. Tuttavia, ulteriori complicazioni hanno prolungato la loro permanenza nello spazio, fino alla soluzione definitiva rappresentata dall’arrivo della Crew-10 di SpaceX.

Ora, se le condizioni meteorologiche lo permetteranno, i due astronauti e altri due membri dell’equipaggio dovrebbero sganciarsi dalla ISS a partire da mercoledì, per un ammaraggio al largo della Florida. Nel frattempo, la Stazione Spaziale Internazionale ospiterà temporaneamente 11 persone, tra astronauti americani, russi e giapponesi.

Con questa missione, SpaceX conferma ancora una volta il suo ruolo cruciale nel programma spaziale statunitense, risolvendo un problema che aveva messo in difficoltà la NASA e la Boeing.