Libia, navi militari italiane a pochi chilometri dalla costa
Venti di guerra nel mar Mediterraneo.
Navi della Marina Militare italiana sono salpate dai porti di La Spezia e di Taranto.
Le navi italiane hanno a bordo militari di uno dei battaglioni più prestigiosi dell’esercito, la Brigata “San Marco”.
Le navi italiane sono partite per una esercitazione e si fermeranno a poche miglia dal confine territoriale marittimo con la Libia.
La nostra flotta sarà, dunque, vicinissima al golfo di Sirte città recentemente occupata dagli uomini del Califfato.
Non si hanno notizie precise su quanto durerà l’esercitazione della marina militare italiana a largo del golfo di Sirte ma sicuramente l’intervento delle navi italiane è una dimostrazione di forza da parte dell’Italia nei confronti dell’Isis.
In Libia l’Italia ha molti interessi commerciali, tanti sono gli italiani che hanno delle imprese nel territorio libico.
Il governo italiano è in apprensione per il gasdotto di 520 chilometri che collega la raffineria di Mellitah in territorio libico con il grosso centro di smistamento a Gela.
A guardia del gasdotto ci sono più di 20 mila uomini fedeli all’attuale governo libico e sembra che saranno affiancati anche da un gruppo ristretto di militari dell’esercito italiano appartenenti alle forze speciali.
Dal porto di La Spezia la nave San Giorgio è salpata, direzione la Libia.
Le navi italiane hanno fatto sosta in Sicilia per poi raggiungere la zona dove inizierà l’addestramento.
Il governo italiano nei giorni scorsi ha più volte riferito che non intende ricorrere all’intervento militare in Libia a meno che non si presensse una risoluzione in tal senso da parte dell’Onu.
Con l’arrivo delle nostre navi nei pressi della Libia l’esecutivo vuole garantirsi una forza di uomini molto preparati pronti ad intervenire in caso di estrema urgenza come un attacco da parte dei terroristi islamici di obbiettivi ritenuti sensibili dal ministero delle difesa italiano.
Il ministro della difesa, Roberta Pinotti, ha così commentato la missione in Libia delle navi italiane : “La risposta alle attuali crisi internazionali non può essere conseguita se non agendo in una dimensione multilaterale, in cui la componente militare deve dimostrare di sapersi pienamente combinare con le componenti diplomatica, umanitaria, economica e di intelligence”.