Strage di Milano, Giardiello choc era pronto a uccidere ancora
Una strage che si ricorderà a lungo quella avvenuta al tribunale di Milano, che ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di altre due.
L’autore della strage, Claudio Giardiello, è stato fermato dai carabinieri prima che uccidesse ancora.
Quando è stato fermato, Claudio Giardiello si stava recando a Vimercate per compiere l’ultimo atto della sua atroce vendetta, uccidere Massimo D’Anzuoni che sarebbe dovuto essere presente in aula come testimone il giorno della strage al tribunale di Milano se l’avvocato non gli avesse consigliato di non andare.
Claudio Giardiello era pronto ad uccidere ancora e quando le forze dell’ordine sono riuscite a fermarlo aveva la pistola pronta ancora una volta a sparare.
Il Giardiello ai carabinieri che lo avevano fermato aveva detto che era pronto ad uccidere ancora e che, dopo aver completato la sua vendetta, si sarebbe suicidato.
L’autore della strage ha anche detto che “Il tribunale mi ha rovinato, quel posto è l’origine di tutti i miei mali”.
Dopo aver pronunciato queste parole Claudio Giardiello si è sentito male ed è stato trasportato d’urgenza in un vicino ospedale dove ha avuto tutte le cure necessarie.
Oggi il pluriomicida sarà sentito alle 9,30 dai magistrati che stanno indagando sulla strage avvenuta al tribunale di Milano.
Claudio Giardiello è rinchiuso nel carcere di Monza di San Quirico ed è stato accusato dei reati di omicidio plurimo con l’aggravante della premeditazione e tentato omicidio.
L’uomo aveva studiato la strage nei minimi particolari: è entrato nel tribunale di Milano giovedì mattina con un tesserino falso da magistrato per eludere qualsiasi tipo di controllo delle forze dell’ordine, si è recato nell’aula di tribunale dove si stava svolgendo il processo che lo vedeva imputato ed ha iniziato a sparare uccidendo Giorgio Erba anche esso imputato nel processo e il legale Lorenzo Claris Appiani.
Poi ha sparato ancora ferendo due persone tra le quali il nipote Davide Limongelli anche lui imputato nel processo.
Claudio Giardiello successivamente è sceso al secondo piano, è entrato nella stanza del giudice Fernando Ciampi e lo ha freddato con un solo colpo.
Poi Claudio Giardiello è riuscito a fuggire ai carabinieri e a far perdere le sue tracce fin quando la sua folle corsa è stata fermata dagli uomini delle forze armate a Vimercate.