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Import vino: crescita in Cina e in Usa, crolla in Russia

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La ripresa economica c’è ma ancora in alcuni settori non si vede.

Nell’import del vino un settore che ha sempre regalato grosse soddisfazioni all’Italia  la ripresa pian piano si sta notando con un incremento delle esportazioni in alcuni paesi.

Bisogna però battere la concorrenza di molti altri paesi produttori ma il vino italiano ha pochi rivali anche se ha un costo in media superiore.

L’unica nota stonata in questi primi 5 mesi del 2015 sono l’esportazioni verso la Russia.

L’Italia deve competere per l’esportazione del proprio vino oltre con nazioni produttrici di vini di grande qualità come la Francia anche con paesi emergenti come la Nuova Zelanda e l’Australia.

L’Australia e la Nuova Zelanda sono diventate molto competitive nell’esportazione dei vini grazie soprattutto al costo del prodotto che è molto diminuito rispetto al 2014 grazie alla svalutazione della moneta locale.

L’Italia rimane però uno dei paesi di riferimento per l’esportazione di vino di grande qualità.

In questi giorni sono usciti i dati sull’esportazione del vino italiano nei primi 5 mesi del 2015.

I dati sono per alcuni versi molti incoraggianti per altri un po’ meno.

L’esportazione del nostro vino ha raggiunto traguardi prestigiosi ed ha avuto un grande exploit in Cina dove nei soli 5 mesi del 2015 si è avuto un incremento delle esportazioni pari al 51%.

Un grande risultato che si è verificato grazie alla produzioni di vini di qualità che hanno conquistato i cinesi.

Dati molto positivi dalla Cina ma un po’ meno dalla Russia, nazione dove i nostri vini, fino a qualche anno fa, erano i più richiesti in assoluto.

L’export verso la Russia dei nostri vini ha segnato in questi primi cinque mesi del 2015 un valore negativo del 35%.

Denis Pantini, uno dei massimi dirigenti di Wine Monitor, ha così commentato i dati negativi relativi all’export del nostro vino verso la Russia: “La svalutazione del rublo conseguente al calo del prezzo del petrolio ha messo in crisi gli importatori russi essendo il petrolio una delle risorse principali del Paese, più che le sanzioni europee legate alla crisi russo-ucraina è stato il crollo dei prezzi dell’oro nero a ridurre la capacità di spesa dei russi. E questo stallo dell’economia e dei consumi di vini esteri rischia di durare ancora a lungo”.

Anche la Francia ha avuto una significativa diminuzione dell’esportazione di vino verso la Russia con un dato negativo del 45%.

Notizie positive invece dagli Stati Uniti d’America con i vini italiani che hanno fatto registrare un più 10% di esportazioni.