Asili nido comunali la retta media è di 311 euro ma pochi sono i posti
Le famiglie italiane sono composte, per lo più da genitori che lavorano entrambi.
Quando in famiglia ci sono bambini in età scolare, l’estate diventa problematica per il periodo di tempo in cui i genitori lavorano e le vacanze estive sono iniziate.
Si ricorre ai vari campi scuola o ai nonni.
Quando le vacanze estive terminano e riaprono le scuole i genitori tirano un sospiro di sollievo perchè , finalmente, sanno dove lasciare i propri figli durante la giornata lavorativa.
Ma non per tutti è così perchè, ormai, per chi ha figli in età da asilo non è facile o trovare un posto libero.
Eh si! Sono molti più i bambini che i posti disponibili negli asili.
E, dunque, tra pochi giorni molti bambini torneranno a gremire gli asili sia quelli comunali che quelli privati.
Un problema grave quello per le famiglie italiane che non possono far usufruire ai propri figli degli asili pubblici perchè ci sono pochi posti ed in alcuni casi il costo è più elevato delle strutture private.
Una problema quello degli asili che ogni anno di questo periodo diventa molto sentito da parte delle famiglie italiane.
Le scuole stanno per riaprire e i genitori che, ritornano a lavoro dopo le vacanze estive , sono tranquilli sulla sistemazione dei loro bambini dopo che per il periodo estivo i piccoli sono stati trasportati di qua e di la tra nonni, campi estivi e baby sitter.
Ma, in realtà , tanta tranquillità non c’è perchè la sistemazione negli asili nido,non è cosa certa.
Infatti il numero dei bambini supera di gran lunga quello dei posti disponibile negli asili e, in base alla graduatoria, ogni anno tantissimi genitori restano senza posto per il loro bambino.
Uno studio condotto da “cittadinanzattiva” ha dimostrato come è difficile per molti genitori che lavorano trovare una sistemazione in un asilo pubblico per i propri figli.
Inoltre la ricerca ha messo a nudo anche i costi che una coppia deve affrontare per poter fare andare all’asilo nido i propri bambini che sono in alcune regioni d’Italia altissimi.
Un problema quello della mancanza di asili pubblici che è difficilmente risolvibile e molti genitori sono costretti ad affidare i propri figli a strutture private.
Dati sconcertanti emergono da uno studio portato a termine dai tecnici di Cittadinanzattiva in Italia.
Secondo lo studio, l’asilo comunale è un lusso per pochi.
Il gruppo di ricercatori di cittadinanzattiva ha constatato che solo il 12% dei bambini in Italia riesce ad essere ammesso in un asilo e, inoltre, il costo medio mensile di un asilo nido è di 311 euro al mese una cifra altissima che incide pesantemente sul bilancio familiare.
La regione dove si paga di più per mandare il proprio figlio ad un asilo comunale è la Valle d’Aosta con una retta media di 440 al mese.
Mentre la regione dove si paga meno è la Calabria con una retta mensile media di 164 euro.
La Calabria, però, è la regione dove nell’ultimo anno si è registrato l’aumento più alto rispetto ad altre regioni italiane con il 18% in più che hanno dovuto sborsare le famiglie calabresi per poter mandare il proprio figlio in un asilo comunale.
La città dove l’aumento della retta mensile dell’asilo comunale è diventata altissima è Cosenza con il 117,3% in più in un solo anno.
La città più virtuosa che ha aumentato la retta mensile degli asili comunali solo del 0,5% è Trieste.
Lecco in Lombardia è la città dove l’asilo nido costa di più in Italia con una retta mensile media di 515 euro.
A Catanzaro, in Calabria, la retta mensile è la più economica con 100 euro mensili.
Lo studio di Cittadinanzattiva ha fornito una mappa dettagliata della situazione degli asili in Italia pubblicando liste d’attesa e costi medi per ogni città.
La ricerca di Cittadinazattiva ha anche reso noto che il numero di asili nidi comunali presenti sul territorio è di 3978 mentre gli asili privati sono un numero decisamente superiore, 5372.
Tina Napoli una dei massimi dirigenti di Cittadinanzattiva, ha così commentato la mancanza di posti negli asili comunali per i bambini:
“Chiediamo di rilanciare nel dibattito pubblico italiano l’adeguamento alle esigenze, anche economiche, delle famiglie italiane del servizio educativo per la prima infanzia. Ripensare il modello di servizio è urgente per permettere di frequentare l’asilo ad un maggior numero di bambini a costi sostenibili”.