Brindisi infezioni in ospedale, Klebsiella indagini su 19 morti sospette
Il direttore della Asl di Brindisi, Giuseppe Pasqualone ha voluto chiarire che non vi è allo stato attuale nessuna epidemia di Klebsiella all’ospedale Perrino.
Il dottor Giuseppe Pasqualone ha dichiarato che: “Non c’è alcuna epidemia in corso da Klebsiella, non c’è alcun rischio per i pazienti ricoverati nei reparti dell’ospedale Perrino: la Asl ha già comunicato ai carabinieri del Nas di Taranto i risultati delle analisi del laboratorio, dai quali emerge che su 37 campioni positivi al batterio, dallo scorso mese di maggio sino ad oggi, sei sono stati i decessi”.
In due anni i sospetti che riguardano 19 morti hanno fatto decidere la magistratura ad indagare.
Anche perché il dato ancora più sospetto è che i diciannove casi di sospetta Klebsiella si sono verificati tutti nell’ospedale Perrino di Brindisi e presso il centro Neurolesi di Ceglie Messapica.
Nel 2013 si registrarono 13 morti sospette attribuibili all’infezione da Klebsiella mentre quest’anno i casi sarebbero 6, tutti avvenuti tra il mese di maggio e quello di settembre.
Il pm Milto Stefano De Nozza , ha deciso di cominciare a svolgere le indagini solo su quelli del 2013 e, dunque, si procederà con lo studio delle cartelle cliniche relative a quei 13 casi per capire se esiste una correlazione tra la morte e l’infezione.
Queste indagini finalmente aperte danno un seguito al ricorso depositato all’epoca dei fatti dai familiari delle persone decedute che pretendevano e pretendono tutt’ora di sapere la verità su quanto è accaduto ai loro congiunti.
I parenti delle persone colpite dalla Klebsiella , infatti vogliono vederci chiaro.
In questa prima fase ad essere analizzate sono le condizioni ospedaliere e se chi preposto si è occupato e preoccupato di denunciare i casi di malattia presenti nella struttura per evitare al massimo il contagio.
Poi, a seguire se successivamente ai casi verificatisi di Klebsiella è stata effettuata una sanificazione dei luoghi.
Il Dipartimento di prevenzione si sta occupando di analizzare tutti i contenitori del batterio, quali i condizionatori d’aria, i ventilatori ecc.
Successivamente verranno eseguiti i relativi tamponi.
Allo stato dei fatti non ci sono ancora indagati.
Il punto da cui partire è che la Klebsiella è sempre presente nelle strutture sanitarie ma i casi di decesso sono diventati troppi per non far partire un’indagine anche sul presupposto che i familiari si sono adoperati per presentare un ricorso.
Il rischio di un’epidemia, allo stato, non è assolutamente da temere ma è il caso di mettere in pratica tutte le misure per scongiurarlo.