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Vatileaks 2, Francesca Chaouqui messaggi di fuoco contro i giornalisti

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Francesca Immacolata Chaouqui ha pubblicato un post di fuoco su Facebook contro i giornalisti che hanno indicato lei come il corvo nella intricata vicenda di Vatileaks 2.

La giovane donna, imputata nella vicenda Vatileaks 2, ha deciso di revocare il mandato all’Avvocato Agnese Camilli che le era stata assegnata d’ufficio e di nominare, come legale difensore, Laura Sgrò per quanto riguarda il processo che si svolgerà presso il tribunale della città del Vaticano.

L’Avvocato Laura Sgrò difenderà la Chaouqui già nella prossima udienza che si svolgerà il prossimo 30 novembre.

Sembra che Francesca Immacolata Chaouqui abbia deciso di revocare il mandato all’Avvocato Agnese Camilli perché non concorde con la linea difensiva adottata.

Per quanto riguarda il processo che dovrebbe svolgersi in Italia Francesca Immacolata Chaouqui è difesa dal famosissimo legale Giulia Bongiorno che non ha la possibilità di essere il suo difensore anche nella città del Vaticano perché non in possesso della necessaria autorizzazione.

Francesca Immacolata Chaouqui è nata a Cosenza da padre egiziano, che non ha mai conosciuto e da madre italiana.

La Chaouqui è stata arrestata dalla guardie vaticane lo scorso 31 ottobre con l’accusa di aver divulgato insieme al monsignor Lucio Angel Vallejo Balda della documentazione riservatissima della Città del Vaticano a due giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi.

La documentazione ricevuta ha consentito ai giornalisti di scrivere due libri sui segreti della Santa Sede, in particolare a “Gianluigi Nuzzi” Via Crucis e a Emiliano Fittipaldi “Avarizia”.

La donna che era considerata molto influente nella città del Vaticano ha postato un lungo suo commento su Facebook, poi rimosso sulla vicenda, che la vede implicata.

La Chaouqui si è rivolta ai giornalisti affermando che “…Forza dimostrate al mondo che ho tradito il Papa. Avete 52 ore prima del processo per tirare fuori le prove. Correte da chi vi ha dato il materiale di ieri, per cui mi risarcirete e a caro prezzo se è materiale vero, e per cui ci rimetterete la carriera se è falso o artefatto e fatevi dare la prova per cui sono a processo. Correte come ladri a ricettare gli atti privati e pubblicate una prova che sono il corvo”.

La giovane donna avverte i giornalisti che: “Se non ci riuscite come accadrà, guardatevi allo specchio e cominciate a contare gli istanti che vi separano da quando un tribunale vero, con un magistrato vero, in Italia vi condannerà a risarcirmi il danno del martirio senza prove che sto subendo a causa di chi al posto di ricordarsi di essere un giornalista e non un esecutore materiale degli ordini dei bassi fondi di un Para-Vaticano vergognosamente viscido, mi denigra e delegittima. Io sono qui e aspetto”.