Usa, choc, bambina di 4 anni beve il succo del fratellino e viene uccisa dalla mamma
Sta diventando virale la notizia della terribile fine che una mamma ha fatto fare alla figlia di 4 anni solo perchè si era impossessata del succo di frutta che era destinato al fratello di 18 mesi. La madre con l’aiuto del compagno ha picchiato la figlia per alcune ore provocandole lesioni gravissime che hanno provocato il decesso.
La donna ha prima cercato di depistare le indagini affermando che la piccola era caduta nel bagno poi ha ceduto ed ha raccontato la serie di sevizie che ha dovuto subire la figlia da parte della madre stessa e del suo compagno. Una storia assurda quella che è stata resa nota da alcune importanti testate giornalistiche del Texas. Una donna di 30 anni tossicodipendente ha ucciso dopo ore di torture la figlia di soli 4 anni.
Il motivo che ha spinto la donna al folle gesto è stato che la piccola ha bevuto il succo di frutta che era del fratello di soli 18 mesi. La notizia è stata diffusa dal Dallas Morning News, uno dei giornali più letti nel Texas. La donna di 30 anni che si chiama Jeri Quezada, dopo ore di interrogatorio, ha confessato che ha torturato per alcune ore, con la complicità del suo compagno, sua figlia di 4 anni fino a farla morire.
Una storia atroce che ha provocato l’ira e la rabbia di molti abitanti di Dallas città dove si è consumato l’incredibile evento. In un primo momento agli inquirenti la donna aveva detto di aver trovato sua figlia svenuta nel bagno.
Poi però dopo ore di interrogatorio ha ceduto ed ha raccontato la tremenda verità. Sia lei che il compagno, prima di torturare la piccola avevano assunto tantissima eroina. La causa che ha scatenato la furia omicida della donna è stata che sua figlia senza il suo ordine si era impossessata e poi aveva consumato il succo di frutto del piccolo fratellino di soli 18 mesi.
Era stata la stessa donna ad avvisare i medici del pronto intervento che la figlia era priva di conoscenza e che era stata rinvenuta in quello stato nel bagno di casa.
La polizia che è intervenuta subito dopo la chiamata si è trovata difronte ad uno spettacolo agghiacciante. La piccola era piena di lividi e ferite che non erano state sicuramente provocate da una caduta nel bagno ma erano segni di violenti percosse.
La donna è stata sottoposta a un duro e lungo interrogatorio e poi ha ceduto raccontando nei minimi particolari quello che era accaduto alla povera piccola che aveva come unica “colpa” aver bevuto il succo di frutta del fratello.
La donna ha detto che la piccola è stata colpita più volte con una cinta e con dei bastoni. La polizia di Dallas ha riscontrato profonde ferite al volto e al petto della bambina.
La piccola che è morta per le troppe percosse subite si chiamava Leiliana Wright. La donna ha anche confessato che dopo aver torturato la bambina le ha provocato il vomito costringendola ad assumere cibo in grosse quantità.
Secondo quanto riferito dalle autorità locali la donna ora è rinchiusa in un carcere in una cella di isolamento e rischia parecchi anni di carcere. La bambina oltre alle ferite sul viso e sul petto, riportava anche delle lesioni sulle natiche in seguito ad alcune frustrate.
La polizia di Dallas non ha reso noto il nome del compagno della donna complice delle violenze ma ha rivelato che l’uomo è ora rinchiuso in carcere in una cella di isolamento.
Il terribile episodio è avvenuto il 13 marzo scorso ma è stato reso noto solo qualche giorno fa. Le torture sono avvenute in un appartamento a Grand Praire alla periferia di Dallas nello stato del Texas.
A organizzare il festivo a base di eroina, secondo quanto raccontato dalla madre assassina è stato il compagno. I medici che sono giunti sul posto dove era accaduto il delitto dopo qualche minuto dalla chiamata hanno soccorso la piccola ed hanno provveduto a trasportarla al vicino ospedale di Dallas ma dopo poche ore, per le troppe ferite riportate, la bambina è morta.
Gli investigatori hanno anche detto che la donna, durante l’interrogatorio, si è contradetta tantissime volte.
Il compagno della donna è stato l’autore delle percosse più violente colpendo con calci e pugni al povera indifesa bambina.