Tfa speciali e concorso scuola: ultime notizie Miur e Ministro Carrozza requisiti, e date prove
Mentre i TFA ordinari vanno avanti, in regioni più velocemente rispetto ad altre, ma comunque avanzano
nella loro strada, i TFA speciali rimangono l’argomento oscuro e per gli insegnanti che attendo una novità su tale tirocini diventa davvero estenuante l’attesa oltre che mortificante. Il rimpallo tra MIUR e Corte dei Conti è oramai noto e quanto riferito dal Ministro Carrozza in Commissione Cultura non ha certo apportato alcuna informazione in più, in quanto sono state parole puramente laconiche: “Sarà avviata una riflessione per nuovo reclutamento dei dirigenti e docenti senza tralasciare il TFA.
Per questo obiettivo ha chiesto un confronto con il parlamento” cioè confermano quanto presagito dai docenti ovvero che tutto è ancora in alto mare. Il problema dei TFA però si ingigantisce sempre più e le parole del Ministro lasciano solo due strade interpretative: a. è necessaria nuova riflessione sul reclutamento così inserendo anche i TFA; b. è necessario riflettere sul reclutamento senza tralasciare i TFA.
Che sia l’una o l’altra interpretazione certo non scioglie il nodo della matassa e anzi è sempre più forte l’idea che la problematica TFA si distanzi sempre di più. In molti si chiedono però che esito abbia avuto lo studio della Corte dei Conti in ordine ai chiarimenti richiesti, i quali sembravano essere di immediata o comunque breve decisione ed invece ancora nulla è emerso. Infatti, maggio era indicato come il mese in cui nella G.U. di tale periodo sarebbe stato possibile leggere quanto ancora si attende.
Ma siamo già prossimi alla prima decade di giugno e ancora nulla è pubblicato. In mancanza di notizie, niente tirocini e qui lo scotto lo pagano i docenti che speravano in un riconoscimento della professionalità grazie al tirocinio e all’abilitazione acquisita con i TFA. Il quesito comunque permane in ordine alla scelta: TFA ordinari o speciali?
I vincitori del concorso della scuola, che saranno ben 11.542, avranno il loro inserimento all’insegnamento secondo regolamento concorsuale oppure dovranno attendere e per chissà quanto? Chi ha pensieri e previsioni più cupe parla di tre anni per diventare docente di ruolo, ma alla fine non si può dire e fare alcuna previsione. Allo stato, i futuri docenti sono alle prese con le prove orali, sono presi dalla preparazione della progettazione e dello svolgimento di una lezione.
Tutto ciò mira a rilevare quel che dovrebbe contrassegnare un buon docente, ovvero essere in grado di gestire e coinvolgere gli alunni in ambiti cooperativi. Il concorso a cattedra prevede infatti che il futuro docente di ruolo, semmai riuscirà a passare positivamente tutti gli step del concorso tale sarà il candidato, con la simulazione di una lezione e un colloquio esplicativo delle scelte metodologiche e didattiche che ha inteso utilizzare nella prova, dovrà mostrare tulle capacità professionali e per fare questo potrà comunque fare uso ai differenti metodi che gli sono permessi di usare per esprimere al meglio le sue attitudini, anche con l’ausilio delle novità tecnologiche.
Quel che è fondamentale, è che il candidato sia concentrato e tenga sempre presente i requisiti dell’apprendimento collaborativo e cooperativo oltre che le relative teorie di riferimento. Il rapporto con la classe è importante ai fini dell’acquisizione della materia nonché per permettere un migliore sviluppo dell’abilità e delle competenze personali, relazionali disciplinari che l’insegnamento deve garantire.