Riforma PA: Camusso attacca, oggi replica la Madia
AGGIORNAMENTO: Oggi non è mancata la pronta replica alla Camusso del ministro della Pubblica Amministrazione Madia che ha fermamente rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Lasciamo che siano i cittadini a decidere se i servizi saranno migliori o peggiori. Ma su un punto voglio essere chiara. Il taglio dei permessi sindacali, così come quello del finanziamento ai partiti politici, sono richieste arrivate dai cittadini e sulle quali i cittadini hanno già deciso. Mi creda, non c’è nessun intento punitivo”.
Sembra che la riforma della pubblica amministrazione non piaccia molto ai sindacati in generale ed in particolare alla Camusso che ha dichiarato che secondo il suo parere non sarà molto incisiva la nuova riforma della PA.
Secondo il segretario generale del Cgil il governo ed in particolare Renzi doveva avere più coraggio nel cambiare la pubblica amministrazione.
Di certo conoscendo Renzi c’è da attendersi già domani una pronta risposta al leader del più grosso sindacato italiano.
La tanto attesa riforma della Pubblica Amministrazione è stata varata ieri dal Consiglio dei Ministri che in sole tre ore ha liquidato una serie di nuovi provvedimenti riguardanti oltre la riforma anche il fisco e i nuovi poteri del commissario anti corruzione Cantone.
Per quanto riguarda la riforma della pubblica amministrazione uno dei provvedimenti più attesi è la mobilità che diventa subito obbligatoria per tutti nel raggio di 50 chilometri (non come era prevista in un primo momento a 100 chilometri) per tutti.
Gli uffici o i ministeri dove vi sono degli esuberi dovranno comunicare quante unità sono in soprannumero e in modo da ricolocarli in altri uffici pubblici dove vi è bisogno di personale però nel raggio massimo di 50 chilometri.
Il trasferimento da un ufficio ad un altro non determinerà un aumento di stipendio e neanche un cambio di mansione.
Nel più breve tempo possibile a tutti i cittadini italiani sarà consegnato dal ministero della pubblica amministrazione un Pin unico con il quale potersi collegare nell’aria riservata dei vari siti dei ministeri per rendere più semplice le richieste di certificati.
Per il momento non ci sarà nessun tipo di prepensionamento per i lavoratori statali.
La nuova riforma inoltre prevede per il 31 ottobre prossimo lo stop del servizio per tutti i lavoratori che avevano richiesto ed ottenuto il prolungamento dell’attività lavorativa nonostante aver raggiunto tutti i requisiti per la pensione.
Con l’addio al posto di lavoro per tutti gli statali che dovranno per gioco forza andare dal 1 novembre in pensione si apre la possibilità a più di 15.000 giovani di entrare nella complessa macchina della pubblica amministrazione rimettendo in moto la staffetta generazionale bloccata in Italia da decenni.