Pierluigi Diaco su tutte le furie: “Dietro gli attacchi nei miei confronti c’è una regia …”
Pierluigi Diaco non ha potuto neppure salutare i suoi telespettatori prima della chiusura definitiva della sua trasmissione “Io e te” perché, per un caso covid all’interno del programma, in base al protocollo che deve seguire la Rai, la trasmissione è stata bruscamente interrotta ed è terminata così.
Le dichiarazioni di Pierluigi Diaco
Pierluigi Diaco ha avuto modo di rilasciare alcune dichiarazioni a tale proposito e ha detto: “Non abbiamo ancora ricevuto l’esito del tampone della nostra collaboratrice. Ci auguriamo vivamente che sia negativo e tifiamo tutti per lei. Nel frattempo, come è giusto che sia, Raiuno e la task force Rai, che ringrazio per la meticolosa attenzione, non ci hanno autorizzato a tornare in onda domani per l’ultima puntata di Io e Te”.
E poi ha continuato: “Sono grato alla mia amica Katia Ricciarelli per lo straordinario lavoro, al cast, alla redazione e a tutta la produzione per l’impegno e la passione. Insieme abbiamo realizzato le 65 puntate di questa edizione estiva”.
Infine: “Il mio grazie più commosso va al pubblico di ‘Io e Te’ che si è affezionato al nostro lavoro e ci ha premiato con affetto: con le 59 puntate dell’estate 2019 e le 17 della versione del sabato sera nell’autunno-inverno 2019-2020, abbiamo mandato in onda in un anno e mezzo ben 141 puntate della nostra trasmissione. Sono orgoglioso del lavoro fatto insieme alla squadra e mi auguro di poter tornare nel 2021 con un nuovo progetto che ho già presentato alla Rai. Naturalmente dispiace a tutti noi non aver avuto l’occasione di salutare i nostri affezionati telespettatori, ma la salute e la sicurezza vengono prima di tutto”.
Pierluigi Diaco e l’attacco sui social
Pierluigi Diaco, dopo aver subito forti attacchi sui social, ha deciso di abbandonarli e ha raccontato così: “Una regia dietro gli attacchi nei miei confronti sui social? Non lo so e non mi interessa. Due mesi fa sono uscito dai social e non ho più visto nulla. Non mi interessa neanche troppo leggere di me stesso. Posso leggere una critica di un giornalista o di un telespettatore che mi scrive, ma non perdo certo tempo con quello che scrivono sui social dove ci sono troppe semplificazioni e troppa superficialità”.
E poi ha aggiunto: “Penso che ci sia una dittatura culturale che radio e televisioni subiscono, con una sudditanza che mi colpisce. I media tradizionali sono molto più importanti di Twitter. L’agenda degli argomenti non la possono dettare i social: dovrebbero farlo i media tradizionali, con argomenti che poi magari i social discutono. Basta riguardarsi le puntate su RaiPlay per capire che ciò che veniva scritto in quel mondo virtuale, composto spesso da persone che salgono in cattedra a dare le pagelle alla vita professionale altrui, non corrisponde alla realtà. L’ho percepito anche dalle tante lettere che ho ricevuto”.
Infine, ha detto: “Mi colpisce e mi ferisce la cattiveria.
I social danno una rappresentazione del Paese in cattiva fede, e non è vero. Il Paese è migliore di quello raccontato in rete. E’ un Paese in cui c’è bisogno di silenzio. Chi sta sui social è ormai un tuttologo. Parlano di tutto anche se non hanno nulla da dire”.
“Ho stima di Stefano Coletta, abbiamo avuto un incontro qualche giorno fa cordiale e proficuo. Non giudico un direttore dal fatto che mi faccia lavorare o meno. Non credo che la Rai mi debba qualcosa. Ho già presentato una proposta per il 2021. Non mi piace fare la vittima. Sono attraversato da un sentimento di gratitudine. Le scelte dei direttori sono insindacabili. Avevo un impegno con la Rai che scadeva il 4 settembre, non si è mai parlato di andare oltre questo tempo con ‘Io e Te’. Non nascondo che mi sarebbe piaciuto tornare alla collocazione della seconda serata del sabato: qualora avessero voluto, ne sarei stato felice. Ma nessuno mi ha mai detto che il tempo di programmazione sarebbe andato oltre”.