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Maurizio Costanzo diretto su Fabrizio Corona: “Paga le conseguenze”

Maurizio Costanzo, che è sempre molto attivo sui fatti di cronaca che accadono e, soprattutto quando questi riguardano gente dello spettacolo, ha commentato anche l’arresto di Fabrizio Corona che, giunto inaspettato, ha gettato l’ex re dei paparazzi nello sconforto più totale portando addirittura a compiere gesti durissimi di autolesionismo.

Maurizio Costanzo commenta l’arresto di Fabrizio Corona

Maurizio Costanzo, con la lucidità che lo contraddistingue e con la schiettezza che gli è propria, ha commentato le ultime vicende di cronaca che hanno riguardato Fabrizio Corona e il suo arresto. Fabrizio Corona ha reagito malissimo all’arrivo dei carabinieri e le scene che si sono viste hanno fatto piangere tantissimo Belen, come lei stessa ha confessato.

Fabrizio Corona, che prima è stato portato in ospedale per curargli le ferite che si era inferto e poi trasferito in carcere, è stato destinatario dei seguenti commenti da parte di Maurizio Costanzo che ha detto: “Fabrizio Corona vive sopra le righe, è più forte di lui e ne paga le conseguenze”.

L’avvocato di Fabrizio Corona racconta lo stato in cui è

L’avvocato di Fabrizio Corona, Ivano Chiesa, ha raccontato: “Fabrizio Corona non mangia da 12 giorni perchè sta proseguendo lo sciopero della fame, è imbottito di psicofarmaci e si regge a malapena in piedi”.

E poi: “Non ho mai visto le dimissioni da un ospedale con trasferimento in carcere alle 23, mai visto un trasferimento in carcere notturno in 35 anni di carriera, se l’hanno fatto per problemi mediatici o di clamore sono ancora più sconcertato“.

E poi ha anche aggiunto: “ … mi chiedo dove è finita l’umanità in questo Paese, non riconosco più il mio Paese”.

Anche Carlo Lio, garante dei detenuti di Regione Lombardia ha appoggiato la situazione estrema che sta vivendo Corona e ha detto: “Il caso di Fabrizio Corona e il clamore mediatico che ne è conseguito consente al mio ufficio, l’autorità garante, di riproporre all’attenzione generale un tema gravoso e urgente come quello della patologia psichiatrica e della possibilità di cura nei contesti carcerari. Ricordo che la salute e la dignità delle persone ristrette in carcere è affidata all’istituzione e farsene carico nel migliore dei modi è un dovere e, al contempo, un indice che qualifica la nostra società”.

E poi, ancora: “L’esperienza che ho maturato mi porta ad affermare che, all’interno degli istituti di pena, le persone a cui è stato diagnosticato un disturbo psichiatrico difficilmente riescono ad ottenere trattamenti adeguati. I garanti sono costantemente impegnati nel tentativo di risolvere le criticità che si riscontrano nelle strutture carcerarie e alcuni macroproblemi impongono di riflettere non sulla gestione del quotidiano ma sul sistema nel suo complesso. La finalità della pena è sempre la riabilitazione degli individui ed è orientata, per principio, al reinserimento dei condannati in un possibile contesto socio-lavorativo. L’idea di un carcere meramente punitivo per fortuna non appartiene alla nostra civiltà giuridica“.