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Al Bano senza freni “Io e Romina siamo stati come …”

Albano, che a breve lo vedremo in tv nelle vesti di concorrente a Ballando con le stelle, il fortunatissimo programma condotto da Milly Carlucci che va on onda su Rai 1, ha rilasciato una lunga intervista dove si è raccontato a tutto tondo.

Albano e la sua grandissima voglia di vivere

Albano si è raccontato senza freni e, a 78 anni dopo aver girato il mondo, ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura, quella di ballerino a Ballando con le stelle.

Ma, innanzitutto, ha detto di sentirsi molto bene “ … ho superato dapprima un tumore alla prostata, poi un infarto, quindi un’ischemia che non è stata fatale soltanto perché stavo prendendo medicine per il precedente infarto, pillole che mi hanno salvato la vita, infine un edema alle corde vocali che ha rischiato di mettere fine alla mia carriera».

E poi aggiunge: « … Poi è arrivato il Covid che ha interrotto il tour già programmato. Ma ora sono pronto a tornare in sella».

E poi ha parlato di Ballando: «Guardi, mi hanno convinto a partecipare ma devo fare una premessa: io non so assolutamente ballare. Forse qualche giro di valzer, ma stop. Vado a fare il comico, nel senso che farò davvero ridere».

Invece, di Sanremo ha detto: « Ho una canzone super, ma ad Amadeus non piace, dice: non è da Al Bano … La musica si divide in due mondi: quella bella e quella brutta. Se la canzone funziona, cosa c’entra il resto?».

E poi racconta di un suo ricordo del primo Sanremo: «Era il 1966. Fuori dall’Ariston c’era un ragazzo piccolino con la barba che stava con il suo cappellaccio a chiedere l’elemosina. Dopo 20 minuti me lo vedo sul palco a provare una canzone. Era Lucio Dalla. Con quel cappellaccio in testa. La canzone era Paff Bum».

Albano parla di Romina Power

E poi, inevitabile, il capitolo su Romina Power:

«Vincemmo nel 1984 con Ci sarà, premiati da 4 milioni di voti degli italiani. Io e Romina siamo stati come l’Impero Romano d’Occidente. Grandezza e poi decadenza».

E poi aggiunge: « Io e Romina siamo fratello e sorella. Tra noi solo lavoro. Basta guerre».

E poi, ancora: «Nel 1996 cantai una canzone molto autobiografica: E’ la mia vita. L’Ariston non smetteva più di applaudire. Capii che la gente mi amava ancora. Ripartii ma da solo».

E poi un pensiero e un ringraziamento a Pippo Baudo: «Nel 1967 mi convinse a cambiare look, disse che non potevo salire sul palco vestito come un cameriere e mi fece portare da un sarto di Milano. Mi convinsero a cambiare anche occhiali, indossai quelli quadrati che sono tuttora il mio marchio di fabbrica».