Oksana Marteseniuk, gli ultimi momenti prima di morire ripresi dalle telecamere
Oksana Marteseniuk aveva paura di Federico Leonelli e non sbagliava ad averne, infatti Leonelli l’ha uccisa con una ferocia da uomo che non ha un briciolo di umanità.
Gli investigatori esaminando i telefono della vittima si stanno accorgendo di quanto la donna temesse il suo futuro assassino infatti Oksana scriveva all’amica: « … Quello lì mi dà fastidio, non mi piace, a pelle …», « … ho spento la luce e di corsa sono andata dentro casa …», « … E’ strano, mi mette paura …».
All’amica Irina Sidorovnina inviava anche messaggi che, se non riguardavano Federico Leonelli, erano anche molto tranquilli: « … la lavatrice nuova è guasta; non puoi capire che casino c’è qua dentro, meno male che non ci sono i ragazzi, mi metto a sistemare la casa …». E l’amica ricorda così Oksana: « … lui è arrivato a inizio luglio ma prima andava e veniva, più volte. Si è fermato quando lei è partita per l’Ucraina, per poi rientrare giovedì 28: al mio ritorno dalla Russia dovevamo vederci, venire a prendermi in aeroporto e passare una giornata in compagnia, andare al lago. Quando aveva il giorno di riposo veniva sempre a casa mia, quante notti abbiamo trascorso a chiacchierare».
Oksana Marteseniuk, l’aveva capito che di Federico Leonelli non si poteva e doveva fidare perché l’uomo aveva la capacità di incuterle terrore anche solo con la sua presenza.
Tutto questo Oksana aveva avuto modo di raccontarlo anche a Giovanni Ciallella, il suo datore di lavoro.
E Oksana non si sbagliava a temerlo così tanto e a preoccuparsi per gli atteggiamenti dell’uomo che erano indice e presagio di qualcosa che non andava.
L’assassino non l’ha uccisa soltanto, ma ha infierito su di lei in modo selvaggio e crudele fino poi a decapitarla per poi continuare ad infierire.
Ora all’esame sono tutti i filmati delle telecamere presenti nei pressi della villa all’EUR in via Birmania dove la donna è stata trovata morta e dove poi a morire è stato anche l’uomo.
Oltre alle telecamere al vaglio degli inquirenti c’è anche il pc dell’assassino.