Nuova scoperta: l’olfatto dei cani utilizzato per scoprire tumore alle ovaie
Una grande scoperta destinata a rivoluzionare il mondo della medicina è quella che sarebbe in grado di sfruttare l’enorme capacità olfattiva dei cani che supera di gran lunga quella degli uomini.
Alcuni scienziati ritengono che grazie a questa straordinaria capacità si potrebbe sviluppare un sensore in grado di percepire l’odore prodotto dalla presenza del cancro alle ovaie in uno stadio primordiale ancor prima che esso si sviluppi e degeneri in malattia mortale come purtroppo ancora oggi succede.
Questo tipo di tumore ha al momento una speranza di guarigione molto bassa poiché la sua scoperta è tardiva rispetto alla diffusione della malattia; e tra l’altro non esiste una diagnosi tanto precoce da rilevarlo prima che si sia manifestato in tutta la sua pericolosità. Ecco perchè in questo come in tanti altri casi occorre agire d’anticipo per riuscire a combattere con successo questo male.
Fra i vari sistemi presi in esame per l’individuazione di un tumore c’è anche quello che prevede di accertarne la presenza attraverso l’analisi del suo odore specifico; ed ovviamente in questi i cani con il loro olfatto speciale non sono secondi a nessuno. L’amico dell’uomo (mai come in questo caso) e già in grado di mettersi al nostro servizio fornendo aiuto prezioso grazie al fiuto con cui riescono a scovare sostanze stupefacenti o a ritrovare persone scomparse.
Per questo motivo gli scienziati del Monell Chemical Senses Center hanno pensato di utilizzare questa capacità olfattiva per scovare il cancro alle ovaie sin dagli albori della malattia.
In seguito alla generosa sovvenzione di 80 mila dollari elargita dalla “ Kaleidoscope of Hope Foundation” della città di madison nel New Jersey, gli studiosi appartenenti alla University of Pennsylvania’s Working dog center, hanno potuto cominciare il loro lavoro di addestramento di un gruppo di tre cani affinchè potessero rilevare attraverso il fiuto la presenza di cellule tumorali all’interno di campioni di sangue e tessuti forniti da alcune pazienti affette da questa grave patologia ovarica.
Il fine di questa addestramento è quello di sviluppare un sensore artificiale che agisca sulla falsa riga del fiuto dei cani che dovrebbero rivelarsi in grado di scovare il cancro; il sensore così concepito potrà poi essere utilizzato in ambulatorio o nelle strutture sanitarie per la diagnosi precoce della malattia.
Se questa ipotesi si rivelasse di effettiva attuazione sarebbe un enorme successo: si stima in base agli ultimi dati raccolti che in Italia il cancro alle ovaie colpisce ogni anno circa 5 mila donne e costituisce il 3% fra tutte le neoplasie di tipo esclusivamente femminile; inoltre questa tipologia di tumore è fra le prime cinque cause di morte, in virtù del fatto che la sua diagnosi è purtroppo possibile quando ormai non c’è più niente da fare.
La speranza che questo possa risultare un mezzo diagnostico precoce ed efficace, seppure piuttosto alternativo è quello che tutti noi auspichiamo affinchè si riescano a salvare tante vite umane con l’aiuto ancora una volta del nostro amico cane.